(1908 – 1999)

Nasce a Genova. Nel 1924 entra come operaio alla Barabino & Graeve (già Adolfo Barabino) che ha sede in San Fruttuoso, in via Aldo Manuzio.

Nel 1928 il suo maestro, Mario Bertoglio, un torinese, lascia l’azienda, apre un suo studio di grafica pubblicitaria, in via Ettore Vernazza, e lo porta con sé. Un anno dopo gli cede lo studio. Per una diecina d’anni ha una clientela formata prevalentemente da piccole ditte: cura pieghevoli, opuscoli, locandine, fotomontaggi.

Negli anni dal 1939 al 1941 è a Milano: ha studio in piazza San Babila e frequenta una trattoria di artisti in via della Spiga, dove familiarizza con il gruppo di Corrente. A volte va in Bagutta. Incontra Domenico Cantatore, Ottone Rosai, Francesco Messina, Bruno Cassinari, Remo Brindisi. Nel 1946 vince il concorso per il manifesto della Costituente. Nel 1947 il manifesto Groisière de Noel per la Fratelli Cosulich colpisce Cassandre (AdolpLe Jean-Marie Mouron), il pittore e grafico francese di origine russa, pioniere deila cartellonistica moderna. Cassandre lo invita a lavorare nel suo atelier. Déclina l’invito: preferisce rimanere a Genova.

Ha clienti importanti: Morteo, Ansaldo, Liva, Italsider, Giacomo Costa fu Andrea (campagna per Olio Dante e confezione per olio di semi di arachide Oio), Mobil Oil, Esso Standard Oil (Società italoamericana del Petrolio). Intensa è anche la collaborazione con le Compagnie di navigazione: Home Lines, Fratelli Cosulich, Henry Coe & Clerici, Italia, Lloyd Triestino, Adriatica, Tirrenia, The Hellenic Mediterranean Lines.
Nel 1957, al numero 3 di piazza Corvetto, con Marco Biassoni, Flavio Costantini ed Ettore Veruggio dà vita allo Studio Grafico Firma. Nel 1960 vince il concorso per il bozzetto per la Fiera Internazionale di Genova. Con gli anni Settanta coltiva la pittura: nei suoi dipinti, dal minuzioso sapiente ricamo compositivo, amorevolmente ispirato nei temi alla terra ligure, traspare una toccante dolcezza di sentimenti e di colori.

In ogni sua opera fa capolino una lumachina: “È un’immagine legata al ricordo della mia infanzia: allo stupore di un bimbetto incuriosito, nel giardino della nonna, dall’incedere, appunto, di una lumachina. La prima, pittoricamente, la posi ai margini di un bosco: dava vita alla composizione. Poi la ripresi in altri soggetti. Ora me la chiedono sempre”.

Muore a Genova.