Guillermo Mordillo è nato a Buenos Aires nel 1932. Nato in una famiglia di emigrati dalla Spagna, ha sempre disegnato fin dall’infanzia. Ha vissuto in Argentina dove disegnava per il giornalino delle elementari; poi a Lima (Perù) dove ha lavorato per la pubblicità; quindi a New York come animatore di Braccio di Ferro e infine a Parigi. In Francia ha maturato il suo stile personalissimo: disegni senza parole con i quali riesce a comunicare con tutti e ovunque, una iniziale necessità (“ho cominciato a fare le vignette senza parole perché all’epoca non parlavo molto bene il francese e non potevo fare altrimenti…”) che poi si è rivelata determinante per la diffusione dei suoi disegni in molti paesi del mondo.

Ma l’universalità di Mordillo non sta solo nel fatto che i suoi lavori scavalcano i problemi linguistici, universali sono anche le ambientazioni e i temi dei suoi disegni: il rapporto tra l’uomo e la donna, il mondo degli animali, l’anonimato delle città, le situazioni dello sport, specialmente calcio e golf. Il suo è un umorismo profondamente umano e tocca corde comuni a tutti gli uomini e a tutte le culture.

Il suo umorismo si caratterizza fin da subito per essere basato sui contrasti e sugli opposti. Austero bianconero contro colore lussureggiante. Grandi vuoti contro spazi affollati fino all’inverosimile. Il più spensierato sbellicarsi dalle risate contro il più compunto interrogarsi sui grandi perché dell’esistenza. È probabile che proprio qui risieda una delle principali ragioni dell’enorme successo dell’opera di Mordillo nel mondo, tanto tra il pubblico infantile quanto tra quello adulto: i suoi sontuosi cartoon presentano sempre un duplice livello di lettura, fanno ridere e fanno pensare.

Ferruccio Giromini