Nasce a Torino nel 1929.
Frequenta l’Accademia Albertina, dove insegnano Felice Carena e Felice Casorati, ed entra in contatto con l’ambiente intellettuale torinese. A Torino, nel campo dell’arte moderna, hanno origine iniziative e movimenti storicamente rilevanti: nel 1923 Fillia (Luigi Colombo) fonda il Gruppo Futurista Torinese, cui in tempi diversi aderiscono Ugo Pozzo (attivo nel cartellonismo), Mino Rosso, Pippo Oriani e il bulgaro Nicolaj Djulgheroff (con gli anni Quaranta arredatore e grafico pubblicitario); nel 1929 si forma il Gruppo dei Sei (la pittrice inglese Jessie Bosswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, promotore, Francesco Menzio, Enrico Paulucci) con propositi di rinnovamento della pittura italiana attraverso la selezione cromatica della scuola francese; nel 1926, presso l’Accademia Albertina, è istituita la Regia Scuola Superiore di Architettura, frequentata anche dai genovesi Alf (Alfredo) Gaudenzi e Dino Gambetti; nel 1956 Armando Testa, dopo un’esperienza pittorica nell’astrattismo, che riprenderà negli anni Settanta, apre l’Agenzia Testa, ben presto assurta ad autentica scuola di comunicazione pubblicitaria.
Licenziatosi dall’Accademia, si dedica alla pittura e all’illustrazione, e collabora con le maggiori agenzie per le campagne di lancio di prodotti industriali: per la Ferrero di Alba crea i primi bozzetti per i cioccolatini Mon Cheri. Nel 1976 si trasferisce in Brasile, a San Paolo: qui prosegue la sua attività di illustratore e grafico nella realtà imprenditoriale locale. Sue opere sono esposte al Museo di Arte Moderna della città.
A San Paolo, inoltre, apre un ristorante. L’accostamento tra arte e cucina ha precedenti illustri, specie in casa futurista: il 28 dicembre 1930 su La Gazzetta del Popolo Filippo Tommaso Marinetti pubblica Il manifesto della cucina futurista: la sera dell’8 marzo 1931 a Torino, in via Vanchiglia 2, viene inaugurata la Taverna futurista Santopalato, arredata in alluminio e vetro da Djulgheroff e Fillia, con un pranzo di quattordici portate futuriste (Antipasto intuitivo, Carneplastico, Pollofiat, Aerovivanda, et similia); tra la fine degli anni Venti e l’inizio dei Trenta, durante un lungo soggiorno a New York, Fortunato Depero, oltre a disegnare copertine per la rivista Vanity Fair, arreda sale da ballo e ristoranti (Enrico and Paglieri sulla 48.ma Strada, oggi scomparso con la costruzione del Rockefeller Center, e Zucca, al 118 West della 49.ma Strada) e crea la pubblicità per il Minestrone Zucca inscatolato già cotto (Zucca’s minestrone soup canned precooked).
Dotato di mirabile maestria tecnica affida il messaggio pubblicitario a immagini ludiche, ironiche, divertenti, ottenute con sapiente uso di una gamma di colori puri, primari, di forte impatto visivo e di immediata percettibilità.
Vive a San Paolo.